MICROANCORAGGI E RESINE ESPANDENTI PER RISOLVERE I PROBLEMI DELLE SPINTE DEL TERRENO A TERGO DEI MURI CONTROTERRA

Un condominio a Firenze ha mostrato nell’ultimo periodo l’insorgere di fessurazioni e spanciamenti nei due muri di contenimento del terreno su cui si fonda il fabbricato. Uretek è intervenuta con l’inserimento di microancoraggi e iniezioni di resine nel terreno rimettendo in sicurezza la struttura di contenimento e il condominio.

Uretek è intervenuta in centro a Firenze, in via Vittorio Emanuele II, per risolvere la problematica delle spinte del terreno a tergo di due muri controterra, impostati su due livelli differenti, uno sotto l’altro, sottostanti a loro volta un condominio di 5 piani. Il peso del fabbricato, le piogge abbondanti e l’assenza di adeguati dreni avevano compromesso la tenuta della struttura di sostegno. La soluzione Uretek con microancoraggi e iniezioni di resine espandenti è in grado di frenare gli spostamenti e le deformazioni della struttura di contenimento e risolvere il problema in tempi rapidi, in maniera non invasiva e senza la necessità di eseguire scavi e demolizioni.

Primo segnale di un’eccessiva spinta del terreno a tergo è stata la comparsa, nel tempo, di crepe nei due muri. Questi, realizzati in pietra e calcestruzzo, alti circa 4 metri ciascuno e lunghi 15 e 29 metri, stavano infatti subendo un fenomeno di spanciamento che avrebbe potuto provocarne il collasso.

A monte dell’intervento, sono state eseguite una serie di indagini geologiche volte a valutare la natura e le caratteristiche meccaniche del terreno. Il modello geologico-geotecnico ricavato presentava una discreta variabilità sia longitudinale che lungo il pendio dei terreni in sito in accordo con la natura alluvionale dei sedimenti presenti. In linea generale si è individuata una coltre limoso-argillosa moderatamente consistente dello spessore ci circa 2.0 metri, soprastante uno strato di limi sabbiosi e ghiaia molto consistente.

La fase esecutiva ha previsto in primis delle perforazioni di diametro 26 mm nel muro e nel terreno secondo lo schema previsto da progetto.

In seguito, sono stati inseriti i microancoraggi composti da un tubo cavo in acciaio inox equipaggiato, sulla parte terminale, di una serie di fori sulla superficie laterale all’interno del quale è inserita una corda in acciaio armonico, completata da un puntale.

La resina, iniettata nel condotto, fuoriesce dalla parte terminale ed, espandendosi, crea un agglomerato con il terreno circostante. La fase di espansione termina dopo pochi secondi e, già dopo poche ore, il bulbo generatosi acquisisce una resistenza tale da permettere la tesatura del tirante.

Trascorso questo tempo, il tirante viene ancorato alla parete mediante una piastra e una boccola in acciaio munita di cunei di fissaggio.

La fase di tesatura viene eseguita con un sistema meccanico regolabile con apposite chiavi e controllato con una cella di carico preventivamente tarata.

In base al numero di tiranti previsti, vengono predisposti uno o più ancoraggi di prova che vengono portati a rottura. In questa fase il carico di tesatura viene fatto incrementare fino al raggiungimento dello sfilamento del tirante, andando dunque a registrate la resistenza massima dell’ancoraggio e verificando che questa sia superiore al valore previsto da progetto.

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